L’ITI “E. Majorana” di Rossano, possiede una sezione aggregata operante all’interno della locale Casa Circondariale sita in C.da Ciminata che è stata istituita nell’anno scol. 2003/2004. Nella società della conoscenza, è determinante per ogni individuo adulto, anche in condizione di detenzione, la possibilità di acquisire conoscenze, abilità, competenze, informazioni aggiornate tali da renderlo cittadino attivo, pronto a reinserirsi, alla fine del periodo detentivo, sia nella vita personale che nel contesto lavorativo.
Così come il diritto-dovere di cittadinanza attiva deve potersi esercitare lungo l’intero arco della vita, nello stesso modo deve essere favorito e incrementato il processo di educazione, istruzione e formazione del singolo individuo anche se sta scontando una pena.
Attualmente funziona un corso completo e l’orario settimanale delle lezioni è equivalente a quello di corsi dell’indirizzo di riferimento decurtato del 30%, da svolgere in cinque giorni alla settimana , escluso il sabato.
La circolare MIUR nr.36 del 2014 che ha reso operativa l’attuazione delle “Linee guida per il passaggio al nuovo ordinamento dell’istruzione”, ha previsto che la sezione carceraria rimanesse incardinata presso il ns Istituto. Il 30 Settembre abbiamo stipulato con il CPIA di Cosenza, l’Accordo previsto dall’art. 2 comma 5 del DPR 263/12, quale adempimento necessario per l'attivazione del livello della rete territoriale del CPIA, inteso come unità formativa, funzionale alla progettazione e realizzazione degli interventi di ampliamento dell'offerta formativa e delle attività di ricerca sperimentazione e sviluppo. Tale adempimento è stato obbligatorio e funzionale alla costituzione della commissione per la definizione dell'assetto organizzativo, del patto formativo individuale, della creazione dei gruppi di livello, della progettazione dei percorsi per unità di apprendimento e per la predisposizione delle misure di sistema. Le linee guida hanno meglio esplicitato il riconoscimento: a) della specificità dei percorsi nelle carceri; b) della diversità dei tempi e dei luoghi in cui si attiva il processo “ educativo” nelle carceri; c) la variabilità degli stessi tempi; d) la peculiarità degli studenti in stato di detenzione.